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Quella in corso da quattro mesi nella regione del Tigray, a nord dell’Etiopia, è una crisi politica, umanitaria ma anche identitaria. Una situazione sempre più allarmante per l’ex colonia italiana e per l’intera regione del Corno d’Africa. Nigrizia, in un dossier di 20 pagine, ha evidenziato le contraddizioni del paese governato da Abiy Ahmed, Nobel per la pace 2019, e ha raccontato una nazione in crisi d’identità. E ora vuole continuare a tenere sotto i riflettori quanto sta accadendo. I giornalisti e gli aiuti umanitari riescono ad entrare a stento nel Tigray, dove da inizio novembre è in corso un offensiva dell’esercito federale etiope, sostenuto dall’Eritrea, contro le autorità tigrine che si sono ribellate alle scelte del governo centrale. La crisi di identità è legata anche alla Costituzione del 1994 che prevede un federalismo etnico non più in grado di tenere insieme il puzzle di oltre ottanta etnie. Conflitti interni tra etnie, cristiani di lunga tradizione e centri di potere, e conflitti esterni, come quello territoriale con il Sudan, stanno seriamente mettendo a rischio la tenuta di un paese di oltre 110 milioni di abitanti che ha urgente bisogno di infrastrutture e energia. Da qui lo scontro sulla Gerd, la diga della rinascita sulle acque del Nilo Azzurro: ennesimo contenzioso con Sudan e Egitto.
Nigrizia propone testimonianze dal Tigray e chiavi di lettura per comprendere le ragioni di una crisi poco trattata dai media italiani.
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