DALLA PERIFERIA DI NAIROBI IN KENYA CI SCRIVONO
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Il maltempo a Nairobi ha causato danni ingenti.
P. Maurizio Binaghi, Missionario Comboniano, direttore di Napenda Kyushu a Mathare, Nairobi, programma per adolescenti e giovani di strada ci manda un video:

Approfondimento – Sara Corsini                                                                Roma, 07/05/2024

L’emergenza climatica in Kenya e i risvolti migratori

In coerenza con quanto preannunciato dall’Organizzazione meteorologica mondiale (OMM), massima agenzia delle Nazioni Unite per il clima, gravi inondazioni minacciano il Kenya e il bilancio di morti, feriti e sfollati in tutta la Regione continua drasticamente ad aumentare.

Le devastanti inondazioni che negli ultimi giorni hanno investito il Kenya aggravano un problema sempre più ricorrente per l’Africa orientale, vittima da decenni dell’alternarsi di gravi episodi di siccità e violente alluvioni. Eventi naturali di tale intensità implicano rilevanti conseguenze non solo di natura economica innanzitutto per il settore delle infrastrutture, per i sistemi di approvvigionamento idrico causando gravi rischi igienico- sanitari e per le attività agricole costituenti la base portante su cui si fonda l’intero sistema produttivo del Paese. Il cambiamento climatico, investendo tutti indistintamente, è un fenomeno che non conosce confini e che agisce come catalizzatore di crisi economiche, politiche e sociali provocando perdite umane, sfollamenti massivi e alti livelli di vulnerabilità.

Conseguenze ambientali di tale portata sono la causa di un aggravamento della condizione dei profughi ambientali. Il Global Compact sui Rifugiati riconosce che clima, degrado ambientale e catastrofi naturali interagiscono sempre più con i fattori alla radice dei movimenti di rifugiati’, il cui status, nonostante il fenomeno di stringente attualità, rimane ancora ad oggi difficilmente riconducibile ad un chiaro e formale riferimento normativo nel diritto internazionale.

Se gli effetti di un’inondazione, per quanto devastanti, possono risultare circoscrivibili, la crisi climatica in corso apre la strada a fenomeni a lenta insorgenza, sempre più difficili da prevedere e quindi fronteggiare. Sulla scorta della sesta sessione dell’assemblea ONU sull’ambiente, conclusa a Nairobi lo scorso Marzo, si auspica per questo un incremento dei finanziamenti destinati alla lotta contro l’emergenza climatica con norme internazionali definitive, responsabilizzanti e propedeutiche al raggiungimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile promossi dall’Agenda 2030 in un’ottica non solo di riparazione del danno, ma di prevenzione. Ed è proprio quest’ultima ad includere come cruciale al successo del suo piano d’azione i rifugiati e migranti come attori dello sviluppo e parte attiva del cambiamento.

 

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