MISSIONE E’ ANDARE OLTRE
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MISSIONE E’ ANDARE OLTRE

Gesù andava attorno per tutte le città e i villaggi, insegnando nelle loro sinagoghe, predicando il vangelo del regno e curando ogni malattia e infermità.  Anche ai dodici discepoli diede  il potere di scacciare gli spiriti immondi e di guarire ogni sorta di malattie e d’infermità. Questi dodici Gesù li inviò dopo averli così istruiti: Guarite gli infermi, risuscitate i morti, sanate i lebbrosi, cacciate i demoni. Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date. (Mt 9,35 – 10)

Questo mandato missionario è rivolto  non solo ai dodici ,ma anche ai discepoli di tutti i tempi. E Gesù continua a chiamare perché la missione deve continuare. Non una missione qualsiasi, ma la stessa missione di Cristo. Scrive molto giustamente J.L.M. Descalzo: “I dodici sono stati scelti per una missione che deve impegnarli totalmente e nella quale è in gioco la loro stessa condizione di eletti. Dovranno realizzare la  stessa opera di Cristo, continuarla, farla loro, prolungarla. E perché è l’identica missione del Figlio di Dio, Gesù non esiterà a dir loro: “Ricevete lo Spirito Santo”. Perché solo con questa forza soprannaturale potranno tentare di realizzarla”. La domanda, allora é come essere discepoli e missionari secondo la parola dei vangeli?

MISSIONE E’ SEGUIRE CRISTO, MISSIONARIO DEL PADRE

Sul far del giorno Gesù uscì e si recò in un luogo deserto. Ma le folle lo cercavano, lo raggiunsero e volevano trattenerlo perché non se ne andasse via da loro.  Egli però disse: «Bisogna che io annunzi il regno di Dio anche alle altre città; per questo sono stato mandato». ( Lc. 4,42-44)

Gesù è evangelizzatore senza frontiere. La gente voleva trattenerlo, non voleva che se ne andasse. La risposta di Gesù è chiara: la predicazione è per tutti. In un episodio simile, Gesù è ancora più chiaro e insegna ai suoi apostoli: “E’ necessario che il vangelo sia proclamato a tutte le genti” (Mc. 13,10). E’ necessario, sottolinea Gesù, che la mia parola sia annunciata a tutti. Missione, quindi, è andare verso, non fermarsi, non isolarsi e chiudersi tra le proprie mura. Contrariamente a discorsi di chiusura mentale che si sentono e che ci vengono predicati, per Gesù, quando parla di missione, non esiste “il prima e il dopo, il qui e il là”. Esiste la Missione “adesso e per tutti”. Se Gesù e i suoi apostoli avessero deciso di predicare prima  nel loro paese e poi nel resto del mondo, la sua Chiesa sarebbe rimasta ancorata  in Gerusalemmme o a Nazaret.

E c’è in Luca e in Marco un episodio “significativo” della missione: Gesù con i dodici ritorna a Nazareth e da là parte (cf. Lc 4,16 e Mc. 6,1). Il segno è chiaro: Gesù vuole che i discepoli capiscano che la missione è lasciare e partire. Esattamente per questa ragione, Gesù li porta a Nazareth dove lui era vissuto e cresciuto. Li porta a Nazareth per dire  loro: “Si parte da dove abbiamo vissuto e abitato. Si parte da casa per andare verso altre terre, altri orizzonti”.

MISSIONE E’ SEGUIRE CRISTO, SERVO DEI POVERI:

Gesù si recò a Nazareth, dove era stato allevato; ed entrò, secondo il suo solito, di sabato nella sinagoga e si alzò a leggere. Gli fu dato il rotolo del profeta Isaia; apertolo trovò il passo dove era scritto: “Lo Spirito del Signore è sopra di me; per questo mi ha consacrato con l’unzione, e mi ha mandato per annunziare ai poveri un lieto  messaggio, per proclamare ai prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista; per rimettere in libertà gli oppressi, e predicare un anno di grazia del Signore. (Lc. 4, 16-21)

Gesù è il consacrato del Padre. E la sua consacrazione deve diventare grazia per gli altri. Consacrazione è anche santità, è “essere persone consacrate dallo Spirito di Dio per il bene degli altri”.

“Lo spirito del signore è su di me”: questo è santità. E la santità è vera se contagia. La santità è un’esperienza da comunicare, da condividere. Questa santità deve diventare  beneficio per gli altri, particolarmente per i più poveri, per i sofferenti, per gli ultimi. E’ significativo come la Chiesa ci fa pregare nella preghiera eucaristica Quinta C: “DIO, Padre di misericordia, donaci occhi per vedere le necessità e le sofferenze dei fratelli; infondi in noi la luce della tua parola per confortare gli affaticati e gli oppressi: fa che ci impegniamo lealmente al servizio dei poveri e sofferenti. La tua Chiesa sia testimonianza viva di verità e di libertà, di giustizia e di pace, perché tutti gli uomini si aprano alla speranza di un mondo nuovo”

L’evangelizzatore include tutti nella sua missione, ma deve avere una preferenza:
i poveri, gli ultimi.

Teresino Serra

 

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