Rep. Dem. Congo
assistenza agli sfollati del Nord Kivu - Congo
ASSISTENZA AGLI SFOLLATI DEL NORD KIVU – CONGO
2025
Responsabile:
p. Marcelo Fonseca, MCCJ.
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(PROG.N.AF179)

Assistenza agli sfollati del Nord Kivu” (Congo RD). 
“La Repubblica Democratica del Congo ha iniziato un processo di democratizzazione nel 2006. Dopo 32 anni di governo dittatoriale di Mobutu Sese Seko e l’ascesa al potere di Laurent Désiré Kabila (1997), nel 2006 si sono tenute le prime elezioni presidenziali per i deputati nazionali e provinciali.

Questo sistema multipartitico ha fatto sperare nell’avvento di un nuovo ordine politico, che non si è realizzato. Questa speranza politica è stata accompagnata da una serie di crisi sociali. La situazione di sicurezza e umanitaria non è cambiata nel corso dei decenni, soprattutto nella parte orientale del Paese. Semmai è peggiorata di recente.

La situazione si è recentemente aggravata con l’invasione del Congo orientale da parte del gruppo ribelle M23, sostenuto dall’esercito ruandese, che ha causato una crisi umanitaria senza precedenti. Il gruppo ribelle M23, sostenuto dalle forze armate ruandesi, combatte l’esercito congolese da più di due anni. Nelle ultime settimane, i combattimenti si sono intensificati nelle province del Nord e del Sud Kivu, con il gruppo ribelle che attualmente controlla la città di Goma, capitale della provincia del Nord Kivu e Bukavu, capitale del Sud Kivu, nonché alcuni dei rispettivi territori. Non si sa con esattezza quante persone abbiano perso la vita, ma si stima che il bilancio delle vittime sia di oltre 10.000 persone. Questa situazione ha provocato un gran numero di sfollati. I due Kivu e l’Ituri ospitano migliaia di sfollati che ora si trovano in una situazione precaria, senza accesso ai servizi di base. Le strade nell’est del Paese sono interrotte e gli aeroporti di Goma e Kavumu sono chiusi. La situazione potrebbe peggiorare se il conflitto non verrà risolto al più presto. Gli appelli per un cessate il fuoco immediato e incondizionato, per la fine delle ostilità e per la ripresa dei negoziati e del dialogo tra le parti in conflitto sono stati ignorati. Nonostante gli appelli al cessate il fuoco e al ritiro immediato delle truppe ruandesi dal territorio congolese, e nonostante l’esplicita condanna del Ruanda da parte delle Nazioni Unite e di alcuni Paesi occidentali, sul campo, i combattimenti continuano e i ribelli dell’M23, sostenuti dall’esercito ruandese, continuano a guadagnare terreno. Nel resto del Paese, compresa la capitale Kinshasa, l’incertezza attanaglia la popolazione e la situazione sociale si sta deteriorando. Le due principali confessioni religiose della RDC (cattolica e protestante) stanno tentando di il processo di dialogo per il ritorno alla pace, al fine di evitare altre morti e altre sofferenze.
“Il nostro Paese è in rovina a causa di una guerra che sta condannando migliaia di congolesi a sfollamenti, fame, miseria e traumi di ogni genere. La nostra priorità è la pace”, ha dichiarato Mons. Donatien Nshole, segretario della Conferenza Episcopale Nazionale della RD Congo (CENCO), in occasione della presentazione del piano intitolato “Patto sociale per la pace e la convivenza nella RDC e nei Grandi Laghi”. I leader religiosi delle due confessioni stanno organizzando una serie di incontri con tutte le parti per portarle al tavolo dei negoziati e del dialogo. Nonostante il loro approccio non venga compreso da coloro che portano avanti la soluzione militare alla crisi congolese, i leader religiosi non vogliono rinunciare alla loro missione profetica di portare pace e benessere alle popolazioni attraverso il dialogo e il negoziato. È in questo senso che i vescovi della CENCO così come i pastori della CEC continuano a sensibilizzare gli attori politici e la popolazione a aderire al patto sociale per la pace e la buona convivenza nella RDC e nei Grandi Laghi. In collaborazione con la Chiesa cattolica del Congo, i Missionari Comboniani, arrivati in Congo nel 1963, sono impegnati in questa crisi umanitaria e di sicurezza, soprattutto nella regione del Nord Kivu, dove sono presenti nella diocesi di Butembo-Beni. Con i mezzi a loro disposizione stanno cercando di aiutare le persone che si trovano ad affrontare carenze di ogni tipo. L’aggravarsi della situazione supera la loro capacità di intervento, così si rivolgono alle persone di buona volontà per alleviare le sofferenze di questa popolazione devastata dalla guerra.”
foto: (Wikimedia/CC BY-SA 2.0) 

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