DURISSIMO COLPO ALLA CHIESA
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Sud Sudan: Agguato al vescovo Carlassare

A quasi due mesi dalla sua nomina a vescovo di Rumbek, Monsignor Christian Carlassare, missionario comboniano, é stato colpito nella notte da colpi di arma da fuoco. Sarà trasportato a breve per le cure a Nairobi. Rassicurando tutti padre Christian, da vero pastore, chiede di pregare e di occuparsi soprattutto della sua gente

Questa mattina nelle primissime ore del giorno, trenta minuti dopo la mezzanotte due persone armate e ancora sconosciute, hanno fatto irruzione nella casa di Monsignor Christian Carlassare, missionario comboniano e nuovo vescovo di Rumbek in Sud Sudan, e gli hanno sparato alle gambe. Padre Christian è fuori pericolo e i medici del Cuamm si stanno prendendo cura di lui nell’ospedale di Rumbek ma il vescovo ha perso molto sangue e verrà presto trasferito nella capitale Juba e poi a Nairobi dove sarà sottoposto a una trasfusione. Cosciente e sofferente padre Christian ha telefonato direttamente la famiglia per informarla e ha detto al responsabile dei Missionari Comboniani in Italia: “pregate non tanto per me ma per la gente di Rumbek che soffre più di me”. Parole di un vero pastore che dà la vita per le pecore come ricordava il Vangelo di ieri. I fedeli di Rumbek, Diocesi a maggioranza dinka, una delle etnie più numerose nel paese, avevano accolto nella gioia padre Christian con un rito di benvenuto lo scorso 16 aprile.  Papa Francesco l’ha infatti nominato vescovo l’8 marzo e padre Christian è diventato, a 43 anni, il vescovo più giovane del mondo della giovanissima Diocesi di Rumbek, nata solo nel 1975 e guidata, prima di lui, anche dal “padre del popolo” Cesare Mazzolari, missionario comboniano morto nel luglio del 2011, una settimana dopo la dichiarazione dell’indipendenza del Sud Sudan.

Ma probabilmente a qualcuno non andava giù che un giovane venuto da lontano e che avesse lavorato per quindici anni con l’altro gruppo etnico preponderante nel paese, i Nuer, fosse stato scelto proprio per guidare la Diocesi di Rumbek. Ora si attende una grande risposta popolare nonviolenta dei fedeli nel segno dell’autenticità del Vangelo e dell’unità della Chiesa, a dimostrazione del sostegno e dell’affetto verso il loro pastore con l’ ”odore delle pecore” come lo vuole papa Francesco.

Poche settimane fa padre Christian aveva dichiarato a Nigrizia il suo sogno: “Sogno che i giovani del Sud Sudan possano realizzare i loro sogni, che non siano costretti a darsi alle armi o a lasciare il paese, che possano studiare e trovare un lavoro che costruisca il futuro e dia stabilità al paese. Sogno che le giovani ragazze del Sud Sudan possano emanciparsi e non essere totalmente dipendenti dai loro capi famiglia e che possano fare le proprie scelte in libertà”

Vedendo le tue foto all’ospedale con la maglietta macchiata di sangue, carissimo Christian, questa mattina ho ricordato quelle di Lele Ramin, martire comboniano in Brasile il 24 luglio del 1985. Tu sei vivo e lo sarai sempre e come diceva Lele: “il seminatore getta il seme e non torna indietro”. Che queste parole di Lele diano forza a te, alla tua famiglia, al tuo popolo e a noi tuoi fratelli. Noi di Nigrizia siamo con te, sicuri che quella vita che già hai dato per il Sud Sudan continuerai a spenderla sempre per e con gli ultimi del mondo come hanno fatto Gesù di Nazaret e i profeti a te cari: Daniele Comboni, Oscar Romero e Charles De Foucauld.

Filippo Ivardi Ganapini.

Ascolta la notizia: GR AFRICA Lunedì 26 aprile 2021 

P. Fabio Baldan, provinciale dei Comboniani in Italia cosi scrive: “Ho appena parlato con Christian, e ho informato la famiglia. Christian li aveva contattati personalmente per telefono. Christian mi ha chiesto di rassicurare tutti i confratelli che sta abbastanza bene; chiede la nostra preghiera non tanto per se stesso ma per la gente di Rumbek perché tanti stanno soffrendo più di lui.”

Subito la Conferenza episcopale del Sud Sudan ha emanato un comunicato:

“Il vescovo eletto Christian Carlassare è stato ferito da sconosciuti a Rumbek.
Una notizia dalla diocesi cattolica di Rumbek dice che, intorno alle 00:30 di ieri sera, due uomini armati sono giunti alla residenza del vescovo eletto e hanno bussato alla sua porta. Ha aperto innocentemente la sua porta e si è trovato davanti due uomini armati. Un sacerdote che ha la stanza accanto a mons. Christian è uscito e ha chiesto cosa volessero quegli uomini dal vescovo eletto, ma il sacerdote ha ricevuto colpi di avvertimento per farsi da parte. Vista la situazione, mons. Christian ha cercato di rientrare nella sua stanza quando gli hanno sparato colpendo entrambe le gambe e le bande armate se ne sono andate. Carlassare è stato immediatamente ricoverato in una struttura medica dove è assistito in attesa dell’evacuazione a Nairobi attraverso Juba per ulteriori cure.
Nessun dettaglio ancora sull’identità degli uomini armati, sul motivo del loro attacco né sul rapporto ufficiale dell’autorità locale.
Mons. Christian è stato nominato da Papa Francesco l’8 marzo di quest’anno Vescovo della diocesi cattolica di Rumbek e la sua consacrazione è prevista per il prossimo 23 maggio 2021 a Rumbek.
Preghiamo Dio per questa situazione, in particolare per una rapida guarigione per il vescovo eletto.”

Monsignor Christian Carlassare, missionario comboniano originario di Vicenza e vescovo di Rumbek, sta bene e non è in pericolo di vita. E’ stato portato nell’ambulatorio del Cuamm, che si trova molto vicino alla sede in cui vive, appena dopo l’attentato. Secondo quanto riferisce un portavoce dell’organizzazione, è sempre stato cosciente. I medici hanno constatato che i quattro proiettili che lo hanno colpito non hanno toccato le ossa. Il religioso ha un gruppo sanguigno raro, ma grazie a Dio è stato possibile fare una trasfusione da un cooperante che possiede lo stesso gruppo. Questa mattina, dopo che le sue condizioni sono state stabilizzate, è stato portato a Juba dove verrà assistito in una struttura più attrezzata.

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